Qualche giorno fa, il 14 marzo per la precisone,  era il giorno del Pi Greco. Soprattutto per quei paesi che antepongono il mese al giorno 3.14 (2018)

      Su Facebook, Chi ha paura del Buio, una pagina di divulgazione scientifica che seguo assiduamente, ha dato una descrizione molto poetica di questo numero definito irrazionale.

       

      “… se convertite le cifre del Pi Greco in lettere potrete trovare all’interno di esso ogni romanzo, bigliettino d’amore e insulto che sono mai stati scritti nella storia dell’umanità. E insieme a loro tutti quelli che ancora non sono stati scritti.
      Se lo convertite in immagini, troverete al suo interno tutte le immagini che mai vedrete nella vostra vita. Dalla prima volta che avete aperto gli occhi, all’ultima volta in cui li chiuderete. Il volto della persona che amate, un panorama d’infanzia che credete di aver dimenticato, la prima foto sgranata del vostro gatto. Dalla cosa più romantica alla più triviale. L’aspetto del primo essere vivente di ogni Terra…”

      Perché scrivo tutto questo?

      La prima cosa che ho pensato é stata “Che bellissima descrizione, se dovessi decidere di dare un nome al mio studio fotografico potrebbe essere Pi Photo, o qualcosa di simile, e userei questa descrizione per descrivere lo studio”.
      Naturalmente questo entusiasmo mi ha portato a riflettere sul perché non ho mai dato un nome alla mia attività, limitandomi ad un semplice Emanuela Vigna photo.

      La risposta.

      La mia attività sono io, in tutto e per tutto, senza sovrastrutture, come si dice “senza trucco, senza inganno”.
      Si, perché se l’attività sono io, perché dovrei chiamarmi diversamente, nascondendomi dietro ad un nome, sicuramente bello, ma che non rappresenta quello che io sono? Uno studio fotografico, composto da persone e personalità diverse, é normale che trovi un’identità comune, ma vale per me?
      Emanuela Vigna photo (photo solo per far capire subito che faccio la fotografa, non per altro!) é la persona che vi scrive l’email, che vi risponde al telefono, che vi apre la porta dello studio, che vi coccola con un caffé e i biscottini prima e dopo un servizio fotografico. Emanuela é la persona che rispetterà a pieno la vostra privacy, perché il rispetto verso il prossimo é, parimerito con la libertà, il mio valore morale più alto, nel lavoro come nella vita.

      Insomma, come si sente dire in Gray’s Anatomy “Io sono la tua persona”.
      Io sono la tua fotografa. Del tuo matrimonio, Della tua famiglia. Del bene più prezioso: i tuoi figli.

       

      QUI e QUI trovi alcuni dei miei lavori più belli, dagli un’occhiata!

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